Il mese di maggio è un mese ricco di eventi e incontri dedicati alla legalità e all’antimafia.
Moltissimi gli incontri che stanno coinvolgendo le scuole, in preparazione alla giornata nazionale del 23 maggio che ricorda a noi tutti la Strage di Capaci del 23 maggio 1992 in cui persero la vita il Giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Vito Dicillo
Nell’ambito di queste iniziative, nella mattinata di martedì 6 maggio 2025 le studentesse e gli studenti delle 4 classi terze della scuola secondaria di primo grado di via Tommaso Grossi, alla presenza della dirigente scolastica Sandra Moroni, della referente di educazione civica Roberta Di Rocco e dei loro professori di classe, hanno ricevuto nell’aula magna della loro scuola la scrittrice Sara Loffredi, autrice del libro “La Casa di Paolo”.
Era questo l’ultimo dei 4 incontri con l’autore previsto nell’ambito delle iniziative programmate con la Biblioteca Angela Piras Di Mazzo in collaborazione con le associazioni “Libera Arese e dintorni” e Peppino Impastato e Adriana Castelli”e con la professoressa Clelia La Palomenta, che ha affiancato come moderatrice l’autrice durante la mattinata.
All’inizio ci sono stati i saluti e i ringraziamenti della dirigente scolastica e un breve intervento della prof.ssa Clelia La Palomenta sull’importanza di questi incontri sulla legalità e sulla conoscenza del fenomeno mafioso volti a una maggiore conoscenza e alla formazione di una coscienza civica.
Due delle classi presenti avevano già letto il libro in classe e verso la fine dell’incontro hanno fatto diverse domande alla scrittrice di approfondimento e di curiosità, a cui l’autrice ha risposto con puntualità e anche tanta emozione.
Sara ha spiegato ai ragazzi come è arrivata alla stesura del libro, nel periodo buio del Covid in cui tutti eravamo costretti a stare chiusi in casa ; la scrittrice lo ha dedicato al figlio ma anche a tutti i bambini e i ragazzi che accendono una luce nel buio e ha voluto spiegare agli studenti l’importanza della scelta dei personaggi e dei luoghi che vengono ripercorsi nel libro.
Per essere il più fedele possibile nella narrazione, la scrittrice ha riferito che ha voluto conoscere meglio la storia di Paolo Borsellino attraverso la sua famiglia e in particolare ha dialogato più volte con il fratello Salvatore e la nipote Roberta Gatani, persone che sono state fondamentali per raccontare i fatti accaduti di cui si parla nel romanzo. Il luogo principe dove si svolge la storia è “la casa di Paolo”, la vecchia farmacia di famiglia che il fratello Salvatore ha ricomprato per realizzare il sogno di Paolo:in essa oggi vengono accolti bambini del quartiere la Kalsa per allontanarli dalla povertà, dall’emarginazione e dalla spirale della criminalità e sentirsi avvolti dall’amore di zio Paolo che aleggia nell’aria.
Questa la trama del libro: una classe 2^ di un liceo milanese fa un viaggio d’istruzione a Palermo, proposto dalla professoressa di italiano, dopo aver appassionato i suoi studenti con la storia di Paolo Borsellino. Uno dei personaggi principali è il giovane Lorenzo che rimane affascinato dalla figura del magistrato ; lui ha un rapporto conflittuale col padre o meglio non condivide il modo di vivere del padre che purtroppo ha perso il lavoro e passa le sue giornate in casa quasi sempre a dormire; fortunatamente questo viaggio darà a Lorenzo la forza di reagire e di riavvicinarsi e al padre, proprio grazie alla riscoperta dello stesso attraverso la conoscenza della figura di Paolo, con il suo desiderio di giustizia e il suo coraggio.
Sara si è soffermata a leggere alcuni brani significativi del libro, e ha creato un clima di grande emozione durante la lettura dei nomi degli agenti di scorta delle due stragi, proprio per non dimenticare che a fianco a Giovanni e a Paolo c’erano anche loro e Francesca Morvillo.
Alla fine ha concluso dicendo che l’arrivo degli studenti milanesi alla casa di Paolo è importante per tutti, sia per gli studenti che sono arrivati e hanno toccato con mano i luoghi simbolo della mafia, sia per i ragazzini “disagiati”che la frequentano per fare i compiti e giocare. L’autrice ha invitato gli studenti presenti ad andare a Palermo almeno una volta nella loro vita, non solo perché la città è bellissima ma soprattutto perché fare quest’importante viaggio di memoria sicuramente contribuisce attraverso la conoscenza diretta a far comprendere a tutti ”da che parte stare”.
Prima di salutare la scrittrice è stata onorata di fermarsi per il firma copie dei libri che i ragazzi avevano con sé e hanno voluto una dedica personalizzata.
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