Riceviamo e pubblichiamo: Il presidio indetto dal centro sociale Fornace alle 8 di martedì 23 luglio a Rho, ha ottenuto l’effetto che ci aspettavamo. Lo sfratto di Gennaro e di suo figlio, che sarebbe dovuto diventare esecutivo oggi, è stato rinviato al 20 settembre, scongiurando così che una famiglia rhodense si trovasse da questa notte a vivere per strada.

Ci sono quindi 60 giorni di tempo perché il Comune, la proprietà e chi per la proprietà ne gestisce il patrimonio immobiliare, si mettano al lavoro per trovare una soluzione. Si, perché il problema di Gennaro oramai non è più solo suo, ma di tutta la città, in quanto è inaccettabile che un cittadino in difficoltà venga lasciato solo in mezzo a una strada con un figlio minorenne.

Dunque per un verso ci aspettiamo un intervento del Comune e del sindaco Orlandi, che non può essere spettatore silente di tanto scempio, mentre è sempre attivo nel garantire gli iter urbanistici per favorire gli immobiliaristi che speculano chiamando riqualificazione urbana piani integrati che non danno risposte ai bisogni delle fasce sociali più deboli. E ci aspettiamo anche che sul fronte opposto, chi gestisce
grandi quantità di immobili in questa città, dandosi pure una presunta aria filantropica, non si accanisca contro i rari casi di insolvenza incolpevole, ma al contrario si faccia parte attiva nel trovare una soluzione.

Da parte nostra in questi 60 giorni continueremo a stare al fianco di Gennaro, auspicando che si arrivi a una soluzione vantaggiosa per tutti i soggetti coinvolti, ma ci prepareremo anche per l’eventualità di un acceso conflitto contro l’amministrazione comunale e i grandi interessi immobiliari in città, nel caso in cui si arrivi al giorno dello sfratto senza che abbiano costruito alternative concrete.

Centro Sociale SOS Fornace Rho-Pero.