Nella serata di mercoledì 24 luglio 2024 presso l’aula consiliare del Comune di Rho si è tenuto l’ultimo Consiglio comunale prima del periodo estivo. La seduta è cominciata con il ricordo da parte della consigliera Clelia La Palomenta sulla Strage di via D’Amelio, che riporto integralmente per rispetto a chi non lo ha udito o ascoltato, ma solo “sentito controvoglia”.
“19 luglio 1992 alle 16.58, a distanza di 57 giorni dalla strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesco Morvillo e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, un’altra bomba di 100 kg di tritolo fece saltare in aria in via D’Amelio la 126 verde che provocò la morte del giudice Paolo Borsellino e degli agenti di scorta Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Emanuela Loi, la prima donna agente della polizia di stato
adibita al servizio scorte uccisa mentre faceva il suo dovere”.
“Purtroppo il 19 luglio 1992 non ricordiamo solo la fine straziante del giudice Paolo e dei suoi agenti di scorta ma è anche l’inizio del più scandaloso depistaggio della storia recente della Repubblica italiana, che non è stato solo un atto di mafia ma un atto di Stato”.
“Sicuramente parlare del giudice e dell’eredità che lui ci ha lasciato, parlare di Cosa Nostra e dell’agire spietato di uomini come Totò Riina, come i fratelli Graviano e Matteo Messina Denaro serve, certo che serve, è importante”.
“Ma lo è ancora di più parlare di quella parte dello Stato che non vuole mettere a nudo verità e giustizia. Ancora oggi dopo 32 anni mancano tasselli importanti per ricostruire quel periodo buio e fare luce,sapere la verità. Come dice il caro Salvatore Borsellino,il caro Toto, fratello di Paolo, il depistaggio continua ancora oggi. Non sono serviti a niente ben 4 processi, non ultimo quello sui depistaggi e ancora la verità non c’è, se mai ci sarà”.
“Non mi dilungo sui fatti e sui misteri sui quali ciascuno di noi si può documentare; 10 minuti non basterebbero e neanche un’intera serata dedicata alle stragi, ma sicuramente, anno dopo anno, quando parliamo di via D’Amelio si rafforza in noi una consapevolezza: la mafia che uccide è forse la cosa più banale. In questo complesso mosaico ,composto da tante tessere con ancora molti pezzi mancanti c’è
di tutto ma soprattutto ci sono trame di Potere con intrecci d’interessi diversi, economici, finanziari, politici, in cui un obiettivo era certo quel giorno : far fuori il magistrato nemico come era stato fatto fuori l’amato amico Giovanni”.
“Purtroppo la situazione è molto grave: parliamo di un Paese di colpe senza colpevoli. Lo stesso è stato per Pier Santi Mattarella, fratello del nostro Presidente, Pio La Torre, la strage di Bologna, la strage di Via Georgofili e di Via Palestro a Milano”.
“E’ questa la vera tragedia: essersi abituati a convivere con mezze verità, a rinunciare a sapere , a rinunciare alla giustizia, e tutto questo non va affatto bene. Nel rispetto di chi è morto per noi dobbiamo pretendere verità e giustizia e, io, noi saremo sempre dalla parte giusta insieme all’amato Salvatore Borsellino che ogni anno ci onora con la sua presenza e le sue parole al Parco della Legalità, nel mese di marzo in occasione della giornata nazionale dedicata alle vittime di mafia; noi saremo sempre con la sua famiglia, con i figli di Paolo: Manfredi, Fiammetta e Lucia e continueremo a camminare a testa alta e con la schiena dritta insieme a tutti coloro che promuovono quotidianamente la cultura della legalità e dell’antimafia “.
“Avanti Insieme per il ritrovamento dell’Agenda Rossa, quella agenda su cui il giudice Paolo Borsellino annotava ogni giorno nomi e dialoghi che purtroppo oggi non conosciamo e sarebbero determinanti per conoscere la verità che ancora oggi non c’è”.