Nel Giorno del Ricordo, celebrato ogni anno il 10 febbraio si ricordano i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, istituita con la legge 30 marzo 2004 n.92: “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Anche a Rho l’amministrazione ha celebrato questa ricorrenza, prima al mattino sulla collina del Parco Nord Fiera, in via Borromeo, con una cerimonia che prevedeva la posa della corona e i discorsi celebrativi, e poi la sera presso il Teatro Civico Roberto de Silva di piazza Jannacci 1, dove è andato in scena “Il sentiero del padre – Viaggio tra i segreti delle foibe carsiche” di e con Davide Giandrini con la regia Franco Palmieri. Musiche di scena di Goran Bregovic e Zbigniew Preisner.
La lettura teatrale è stata preceduta da un breve filmato in cui è stata ricordata ed elogiata la figura del Cavaliere del Lavoro, il dottor Fulvio Bracco, e da una video-intervista registrata alle 18 con protagonista Abdon Pamich, esule fiumano e marciatore olimpico, che ha risposto alle domande del dottor Giorgio Almasio, responsabile relazioni col pubblico per il Teatro civico De Silva. Occasione servita anche per ricordare che a Rho nel 2026 si terranno delle competizioni per i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina.
Questo il breve sunto dello spettacolo il cui protagonista è Francesco, un bambino di dieci anni nato a Pola, in Italia, nel 1936. Sua madre si chiama Maria. Suo padre Gianni e fa il ciabattino. Tra il 1945 e il 1947 Pola è occupata dagli slavi. Rapinano, violentano e infoibano gli italiani. Lo Stato non interviene. Molti hanno deciso di scappare. Maria ha deciso di restare. Il padre, di salvare suo figlio. Gianni e il piccolo Francesco fuggono nella notte. Con sé non hanno nulla. Sette giorni di cammino. Nel sentiero del bosco. Per salvarsi.
“Conservare la memoria di questi eventi e farli conoscere alle giovani generazioni è il modo migliore per evitare il ripetersi di simili tragedie: anche per questo ci è sembrato giusto sostenere lo spettacolo messo in scena dalla Fondazione del Teatro Civico di Rho” ha affermato in un comunicato dei giorni precedenti Diana Bracco presente alla serata.
All’evento erano presenti circa 300 spettatori non giovanissimi, l’importante comunque è parlarne, ma non possiamo negare che l’obiettivo “giovani generazioni” in questa occasione non è stato centrato e raggiunto, si potrà usare la scusante di giorno e orario? Allora bisognava programmare altro a mio avviso, per raggiungere le “giovani generazioni”.
Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con il Teatro Civico Roberto de Silva, l’Associazione Nazionale Venezia, Giulia e Dalmazia e il Gruppo Bracco.