Leggiamo sul Piano Annuale per l’Offerta dei Servizi Abitativi Pubblici che la disponibilità stimata di case popolari per il 2025 è di appena 70 alloggi assegnabili, un numero del tutto insufficiente rispetto al fabbisogno della popolazione. Solo nel 2024, infatti, sono state presentate oltre 1.400 domande nei due bandi pubblicati. Si stima che tra le 800 e le 900 famiglie nell’ambito rhodense si trovino in una situazione di bisogno o emergenza abitativa.

Gli alloggi disponibili per il 2025 provengono principalmente dal turn over degli immobili. Nello specifico, si tratta di 26 alloggi gestiti da ALER Milano e di 34 alloggi di proprietà dei comuni dell’ambito. A questi si aggiungono 10 unità, sempre di ALER Milano, che tuttavia versano in condizioni di carenza manutentiva e saranno assegnate nello stato di fatto.

In pratica, l’assegnazione dipende interamente dalla liberazione di alloggi esistenti, senza un reale incremento del patrimonio abitativo disponibile.

La disponibilità di 70 alloggi è drammaticamente bassa se confrontata con il numero di famiglie che ogni anno presentano domanda di casa popolare. L’assenza di nuovi interventi per ampliare il patrimonio abitativo pubblico mette in luce una chiara mancanza di volontà politica nel rispondere all’emergenza abitativa, aggravata da affitti in costante aumento spinti dalla rendita fondiaria, nonché da progetti di speculazione immobiliare come il nuovo quartiere MIND.

Denunciamo l’inerzia delle istituzioni di fronte a una crisi abitativa che colpisce centinaia di famiglie sul territorio. I dati evidenziano un sistema incapace di garantire il diritto alla casa e una pianificazione priva di soluzioni strutturali.

Chiediamo alla giunta Orlandi di intraprendere azioni concrete per perseguire i seguenti obiettivi:

1. Un piano straordinario di recupero degli alloggi sfitti di proprietà dei grandi proprietari. Si stima che solo nel territorio di Rho vi siano oltre 2.000 unità abitative inutilizzate, che potrebbero essere destinate a soddisfare il crescente bisogno abitativo.

2. Investimenti urgenti per ampliare il patrimonio abitativo pubblico, sollecitando la Regione a intervenire concretamente con finanziamenti per nuove costruzioni e l’acquisizione di immobili sfitti inutilizzati.

3. sospendere le agevolazioni fiscali per il canone concordato fino a quando l’accordo locale tra proprietà edilizia e sindacati inquilini non garantirà affitti significativamente più bassi rispetto a quelli di mercato, destinando le risorse recuperate a un fondo dedicato all’emergenza abitativa.

Fonte Sportello sociale SOS Fornace.

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