Ammetto di avere una forte empatia per chi manifesta ricordando i valori della Pace, mentre vedo e percepisco qualcosa di profondamente incoerente tra chi tenta a sinistra, in modo anche abbastanza maldestro, di governare quest’onda.
Una parte della sinistra italiana infatti sembra aver scelto la causa più “comoda”, quella che permette di sentirsi dalla parte dei giusti senza pagare alcun prezzo politico.

Si manifesta per Gaza perché è più semplice occuparsi di questioni lontane, dove le proprie parole non hanno conseguenze concrete.

È molto più difficile, invece, guardare in casa propria e affrontare i problemi che pesano davvero sul Paese: i salari bassi, la precarietà, la crisi dell’istruzione e della sanità pubblica, la mancanza di prospettive per i giovani.

Anche molte istituzioni locali sembrano cadere nella stessa trappola simbolica: issano la bandiera palestinese sui municipi, come se un gesto simbolico potesse cambiare il corso di un conflitto a migliaia di chilometri di distanza. Così però rischiano di dare una percezione di lontananza dai problemi concreti delle loro comunità. E allora si preferisce lanciare uno sciopero generale per Gaza invece che bloccare il paese per la dignità del lavoro. Si alzano cartelli contro Israele, ma non contro la precarizzazione di un’intera generazione. Si invoca la giustizia internazionale, ma si ignora la giustizia sociale sotto casa.

C’è poi un aspetto ancora più preoccupante: nel fervore di certe manifestazioni si sta sdoganando, troppo facilmente, un linguaggio ambiguo che confonde la critica legittima al governo israeliano con un rigurgito di antisemitismo. Quando nelle piazze si sentono cori o si vedono simboli che evocano odio verso gli ebrei, allora non è più solidarietà: è complicità con l’intolleranza.

La pace non si costruisce con slogan a senso unico. Chi oggi chiede la fine delle bombe su Gaza dovrebbe ricordare che anche Kiev continua a essere bombardata. E che la vera coerenza non si misura a migliaia di chilometri di distanza, ma nella capacità di battersi ogni giorno per la libertà, la giustizia e la dignità — di tutti, non solo di chi fa comodo sostenere.

Firmato il Marchese Del Grillo.

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