Primo settembre 1939, ore 4:45. Al confine tra Germania e Polonia comincia la guerra.

La Seconda Guerra Mondiale.

Tutti gli altri conflitti a venire saranno rappresentazioni minori, provinciali.

Hitler l’ha voluta, gli altri non l’hanno voluta evitare.

53 divisioni dell’esercito tedesco avanzano. I carri armati del Reich sfondano la frontiera. Gli aerei nazisti sono padroni del cielo: bombardano ovunque.

È Blitzkrieg. In un mese la Polonia sarà conquistata.

La guerra andrà avanti. Si concluderà sei anni dopo nel centro di Berlino.

Abbiamo fatto l’abitudine agli anniversari ed alle svolte della Storia, segnate in rosso sui calendari, tanto che ormai di solito non ci emozionano granché.

Eppure, il ricordare oggi, 85 anni dopo (le cifre che terminano con 0 o con 5 ci affascinano moltissimo più delle altre) lo scoccare dell’ora decisiva, in cui l’Europa in particolare ed una secolare idea del mondo in generale, trapassarono per sempre, crea dentro di noi, l’emozione, la curiosità, l’interesse, la passione per quell’avvenimento conosciuto come Seconda Guerra Mondiale.

Sei anni di fatti e persone come quelli di un’antica saga. Una di quei cicli epici su cui fondiamo le Nazioni e su cui misuriamo i nostri IO. Una guerra completa che fu anche epopea, fu mitologia sacra, del genere da cui si ricominciano a contare gli anni da cui tutti veniamo.

Altro che achei vestiti di bronzo vaganti nella piana di fronte a Troia. Chanson de Roland e Nibelunghi e cavalieri della Tavola Rotonda, Cid Campeador compreso e su tutti Padre Dante giudicante attraverso la sua Commedia. Nulla di più affascinante e completo del grande conflitto cominciata 85 anni fa.

Oggi, più di tre generazioni dopo, a che punto è la Storia?

Nessuno può dirlo. Non sappiamo se il buio ce lo stiamo lasciando alle spalle per un luminoso e progressivo destino o se siamo sempre più vicini al tramonto. Gli orologi segnano tutti un’ora diversa e lo zodiaco ha stelle diverse e combinate sempre più stranamente.

Piccoli lampi a sud, a sud-est… Grossi lampi ad est… Sono ancora fiammelle. Forse sarà solo poco fuoco e tanto fumo, però si moltiplicano. Potrebbero, prima o poi, incendiarsi fino a coprire tutta la Terra.
Ciascuna fiamma brilla e si spegne senza unirsi alle altre, ma i piccoli roghi sono sempre più vicini gli uni agli altri… chissà…

Già qualcosa di simile, molto simile è stato vissuto ai tempi dei nonni e dei bisnonni. Così è sorprendente che nipoti e bisnipoti non proprio abbiano imparato ad evitare di commettere stupidaggini e criminalità. Eppure le sorprese di ex Jugoslavia ieri ed i campi d’Ucraina oggi, dimostrano questa smemoratezza.

La Seconda Guerra Mondiale non fu una sorpresa: come fossero tutti incantati da una sirena stregata, la faccenda era stata preparata da assassini, ciarlatani, cacciatori di gloria, speculatori economici, inguaribili romantici, nazionalisti fanatici come religiosi medievali. Tutta gente quasi mai con una scarsa presa sulla realtà, ma che avrebbero trasformato conigli in tigri e leoni trasformati in lepri. Pochi si opposero. La gran maggior parte dei responsabili dei propri Stati cercò la prova di forza

Avrebbero trasformato un continente in un campo di battaglia ed in un cimitero da 40 milioni di morti.

La collettiva saga moderna dell’intera Europa ancora ci affascina, e va bene. Nella Seconda Guerra Mondiale non manca nulla dell’Epica. Non mancano gli eroi ed i mostri, i buoni ed i cattivi, i colpi di scena e gli spaventi… ma non sarà inutile ricordare a tutti i lettori che i volti feriti, tumefatti, spaventati, terrorizzati, dei protagonisti dei documentari d’epoca, non sono dettagli di un film qualunque, bensì un preciso avvertimento per un possibile futuro.