Nimis sorge in provincia di Udine ed è un paese come tanti. Come tutti i municipi ben lontani dalle grandi città industriali, vive in arcadica tranquillità, tra campagne, colline, bianche Alpi sullo sfondo e serena monotonia. È composto anche da frazioni: piccole e piccolissime. Una di queste è Monteprato.                   

Qui vi risiedono settantatré abitanti: quarantadue sono maschi e trentuno sono femmine. Nessun particolare problema economico, sociale, politico. Il terremoto del 1976 ruzzolò a terra quasi tutti gli edifici. Poi si ricostruì tutto in stile moderno.

Non ci sarebbe null’altro da segnalare. Non ci sarebbe ma c’è…

C’è una sagra paesana. Concettualmente uguale a tutte le altre. Sostanzialmente invece è unica. Per due giorni è la festa degli uomini. Uomini in concetto di “non piangentis nec in woke crisis”.

Canti e sghignazzii. Sfilata di carri tra il goliardico e la commedia sexy. Da subito si capisce d’essere capitati ove il paganesimo trionfa, resuscita.

Fa più parte della natura umana delle Religioni rivelate: rabbini, preti ed iman si rassegnino… Paganesimo per pochi giorni, per seguire una tradizione la cui fama ha superato il confine della provincia. Fama apportatrice d’odio oppure allegria, secondo le dimensioni dello spirito degli individui.

Nella sera raffrescata dalla media altitudine, i canti dell’allegria già mettono in buona predisposizione il benvenuto pellegrino. Vino e birra a volontà, grigliate di carne, salamelle, panini con crauti ed altro, diffondono un profumo da far cancellare la dieta anche a Sant’Antonio del deserto.

Gli stand della sagra sono lunghi capanni eretti per l’occasione. Uguali in tutto a quelli presenti nelle sagre di tutta Italia. Sagre ove si celebrano santi protettori, prodotti agricoli o semplici raduni d’associazioni…

Ma solo a Monteprato di Nimes, Udine, si celebra il fallo, la virilità, gli uomini. Simboli eterni di forza, coraggio, sacrificio, decisione, razionalità, ironia ed autoironia. La festa presenta momenti di sovrana giocosità: l’ “Erezione di Mister 2 agosto” 2024, striptease maschile (non integrale), sfilata per la via del paese, cabaret (mai volgare), balli, canti e discorsi più o meno privi di serietà volgarmente intesa, oltre alla gara delle mangiatrici di banane.

La paganissima cerimonia in sé non sarebbe che una discutibile carnevalata, folklorizzata dall’ambientazione semimontana e la discutibile goliardata da sexy commedia di seconda mano.

Si tratta davvero di una Tradizione Antica da Sostenere e Proteggere. 

Immagine in evidenza dalla pagina Facebook della Festa.