Il 2 agosto 1980, alla stazione ferroviaria di Bologna, esplose una valigia contenete una potente bomba. Fu un atto terrorista messo in atto da famigerati neofascisti, decisi a mantenere l’Italia nel terrore e nell’insicurezza. L’esplosione causò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di oltre 200. Si ipotizzarono anche trame internazionali come ideazione. I colpevoli materiali furono arrestati e condannati. Purtroppo il lutto ed il dolore non si possono mai veramente ripagare.
L’afa in questa stazione t’ammazza di sudore, ti toglie il respiro… sono tutta sudata, sono oltre l’esser bagnata. Sono le 10.15: tra poco parte il treno. Devo resistere ancora una mezz’ora, pensando alle spiagge vicine, il fresco del mare, le sere colorate da neon, musiche da discoteche incantate. Curioso: il solo pensiero dà un brivido di piacere. Chiudo gli occhi: sono già là. Lontano da questa stazione affollata che mi toglie la vita. Tra poco solo divertimenti e relax, che dopo un anno di lavoro me lo merito. Bologna è una obbligata tappa di smistamento, un caos ordinato da stazione d’agosto, di transito tra chi viene e chi va, non posso dire che sia peggio della metro milanese. Secondo giorno d’agosto: tutti partono verso l’Adriatico vicino.
Quanta gente che rompe, che odore di stazione. Aprisse almeno il mio treno… Vabbè, pazienza: sono le 10.20. Poco ancora e poi sarà bella vita per me e per tutte queste persone.
Quel bel tipo mi guarda. È proprio carino. È già un appuntamento sulla spiaggia.
Dove sono le amiche? Dovevano solo telefonare a casa. Mi sa che stanno al bar. Cappuccino ed acqua minerale gelata. Ed io in questa calorosa sala d’aspetto a curare i bagagli di tutte. A guardarmi i binari allineati che si vuotano e si riempiono di treni affollati. Certo, almeno questo punto in cui tra i bagagli di tutta la mia compagnia io attendo la chiamata del mio treno è il più tranquillo della stazione.
Ecco: il tipo si avvicina per attaccare bottone.
“Da dove parte il treno per Adria?” chiede. Sorrido: ogni scusa è buona.
“Dove trovi un treno con un cartello dove sta scritto Adria” lo informo.
Lui ride. La vacanza comincia bene.
Penso ai consigli di mamma, agli ordini di papà: diffidare degli sconosciuti. Mamma e papà lo so che giudicate male, ma è una vacanza al mare: a vent’anni, fare nuove conoscenze è quel che una ragazza moderna deve fare.
Una signora poco distante calma la figlioletta agitata. Le dà una bottiglietta di bibita gassata. Avrà tre anni la piccolina.
A vent’anni la vita è poesia, soprattutto se la vacanza comincia Bologna sarà bella, ma l’orario si fa lungo. O Rimini, ma quando ti raggiungo?
Il tipo va avanti a parlare… prima di sera, forse mi farò anche toccare. Le amiche rideranno, ma io non voglio l’affanno, di restare zitella fino a Capodanno. Il tipo è carino: mi piace come fa il cretino.
Che bella questa mattina d’estate, senza padri che predicano ed amiche che la menano. Ore 10,24: tra poco parte il mio treno. In questa baraonda organizzata spero proprio che le amiche tornino dalla loro passeggiata. Il treno per Rimini parte tra poco… sono già un poco adirata. E devo far attenzione ai bagagli, che di ladri ce ne son tanti. Come, mi spiace, scuoto il capo per la distrazione di qualche sconosciuto che lì, davanti al muro portante, ha scordato una valigia, ed è di marca importante.
Arrivano quelle oche delle mie amiche?
Il bel tipo ha le chiacchiere infinite.
Sono le 10.25: tra poco parte il treno.
A sera sarò in discoteca… Sono le 10.25… massì non devo preoccuparmi: i treni son sempre in ritardo… che bella la vita…
un anno di lavoro ed un mese di vacanza: la riviera romagnola val bene questo sacrificio.
Forse anch’io avrei dovuto chiamare a casa.
Massì: c’è tempo per questo. C’è tempo per tutto: stasera, dall’hotel, “ciao mamma e papà. Son arrivata, sto bene ad esser qua”……
Grande calore… Buio… Silenzio…