Nella mattinata di domenica 18 maggio 2025 presso la Chiesa Parrocchiale di san Pietro in via Gorizia 27 a Rho(MI), si è svolta una cerimonia particolare, la Santa Messa insieme a Maria Ines Biancardi, tetraplegica ospite a Casa Simona, una Comunità Socio Sanitaria che accoglie dieci persone residenti permanenti, con disabilità fisica e/o deficit cognitivo medio o grave. Maria Ines nasce nel 1960 e la madre muore dopo poche ore dal parto, il padre sconvolto se ne andò, poi tornò, ma non sarebbe stato in grado di seguirla, così la accolse sua zia Nina, sorella del papà.

La presentazione di Maria Ines inizia così: “Non mangio da sola. Non sono capace di parlare. Ma tutto ciò che vi dirò e vi mostrerò viene da me. Ho dei modi di comunicare che capiscono le persone con cui passo più tempo. Con loro, e anche con voi adesso, io comunico con gli occhi”.

Maria Ines durante la messa era accompagnata da una educatrice di Casa Simona, Maria Luisa: “Maria Ines è una persona che ha tantissimi interessi nonostante sia messa a dura prova dalla sua tetraplegia. Quello che più mi ha colpito di lei è che, nonostante tutto, è riuscita a fare tutto ciò che era nei suoi interessi, dipinge, scrive poesie e ha scritto anche un libro”.

Una vita difficile per Maria Ines ma la sua tenacia le ha permesso di andare oltre le difficoltà e le dure prove quotidiane. “Lei crede che la vita vada vissuta al meglio e che la speranza deve sempre esserci”.

“Qualche mese fa Maria Ines mi ha regalato il suo libro, dopo averlo letto ho capito che lei non si è mai pianta addosso, e dice io mi riscatto da questa situazione, io vivo” ha esordito don Ugo raccontando la decisione di celebrare questa Santa Messa insieme a Maria Ines, “il suo libro, la sua storia mi hanno commosso, dopo noi la domenica ci guardiamo, perché è un fatto di sguardi il nostro soprattutto”.

Una Messa particolare in cui si è alternata la sequenza liturgica con attimi di una vita presente. “Prendere le messe come si trovano due volte negli atti degli Apostoli, dove le persone conversano, e a un certo punto spezzano il pane, nulla di più. Le parole condivise e poi il gesto del pane, il tocco della persona. La Messa deve essere una strada di emozioni e di condivisioni, dove ognuno mette del suo, perché una Chiesa se vuole attirare non deve vivere di routine. Non discuto le strutture di base, la parola di Dio, l’eucaristia, non le discuto, anzi brillano ancora di più, se tu le rivisiti e le innesti dentro la vita” ha concluso don Ugo.

Durante la Messa sono stati letti brevi e intensi brani-testimonianze della zia Nina e di suo cugino Francesco. All’interno della Chiesa erano esposte le opere di Maria Ines Biancardi che dipinge grazie a un caschetto con il pennellino davanti. “Quando nel centro dove andavo durante il giorno hanno proposto l’attività della pittura. Io non volevo farla, pensavo che mettere del colore su un foglio bianco fosse solo un modo per far passare il tempo a persone con disabilità. E poi pensavo, con tutti i problemi fisici che ho, come potrei fare qualcosa di creativo? Non riesco a muovere le braccia, non posso tenere niente in mano, come posso usare un pennello? ho iniziato malvolentieri, poi però ho visto che potevo fare qualcosa. Mi hanno proposto di mettere un caschetto con un pennello attaccato, e così potevo dipingere. Così l’amore per la pittura ha trovato un piccolo varco dentro di me, e si è fatto strada” ha raccontato Maria Ines.

Una storia emozionante.

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