Quanti di voi, almeno una volta nella vita, si sono “fatti infinocchiare”?

Vi siete mai chiesti da dove derivi questo modo di dire? E che legame c’è tra il verbo “infinocchiare” e il senso di essere raggirati?

L’origine dell’espressione, secondo una leggenda, risale alle taverne del passato, in particolare al Medioevo e al Rinascimento.
A quei tempi, era consuetudine nelle locande, utilizzare il finocchio per camuffare il sapore dei cibi e delle bevande di scarsa qualità.
Infatti il finocchio, grazie al suo aroma intenso e dolciastro, era in grado di coprire i difetti di sapori sgradevoli.

L’oste per finire il vino che iniziava a sapere un po’ di aceto, prima di servirlo, offriva al cliente del finocchio crudo che grazie alle sue sostanze aromatiche anestetizzava le mucose della lingua ed eliminava la percezione dell’aceto.

Per fortuna oggi non è più cosi, l’uso di questo modo di dire si è trasformato in una metafora, e “infinocchiare” viene usato in senso figurato per descrivere situazioni in cui qualcuno viene ingannato.

E tu ti fai “infinocchiare”?

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