Nella giornata di martedì 20 maggio presso la Sala delle Colonne in villa Burba corso Europa a Rho(MI), è stata inaugurata la Mostra dei lavori realizzati nelle Scuole, nell’ambito della manifestazione “Stop mafia, il tempo della legalità 2025” organizzata dal Comune.
“La Legalità negli occhi delle ragazze e dei ragazzi”, è frutto di un lavoro portato avanti con passione e competenza da diversi “attori” (rappresentanti delle Istituzioni locali, familiari di vittime di mafia, magistrati …) che, insieme ai docenti, prestano il loro intervento nelle scuole, fermamente convinti che proprio dai giovani bisogna partire per contrastare la corruzione e il malaffare, per costruire una società più giusta ed equa.

Tutto questo è possibile grazie a un Progetto sostenuto dal Comune di Rho, che si concretizza sostanzialmente nella figura della consigliera Clelia La Palomenta, presidente della Commissione Antimafia e Legalità, la quale svolge da anni la funzione di collaborazione con i docenti per costruire percorsi di contrasto alla criminalità organizzata.
Attraverso una serie di interventi capillari nelle scuole Clelia La Palomenta organizza e gestisce percorsi di Memoria Attiva e propone incontri con Associazioni antimafia e testimoni (familiari di vittime innocenti e magistrati…) per sviluppare nei giovanissimi consapevolezza e senso di responsabilità.
Un lavoro di squadra, dunque, che vede ogni anno insegnanti e alunni impegnati nello studio del fenomeno mafioso, sia in senso storico che nei suoi aspetti peculiari, nella portata economica dei suoi “affari” illeciti, presenti purtroppo nella realtà socioeconomica del nostro territorio. Un lavoro che, partendo da un progetto comunale, entra nelle scuole, in cui i docenti disponibili, col contributo dei vari “interventi” esterni, segnano percorsi di legalità che coinvolgono i propri studenti, nello sviluppo di competenze relazionali e civiche, oltre che cognitive, al fine di formare cittadini consapevoli e attivi.
Dagli elaborati messi in Mostra salta subito agli occhi l’impegno di ciascuno degli “attori” coinvolti in questo grande progetto, frutto di una proficua condivisione di intenti e di valori.
La “La Legalità negli occhi delle ragazze e dei ragazzi” sintetizza, dunque, vari momenti di una rassegna storica di personaggi e fatti passati, ma è anche un’analisi attuale del fenomeno mafioso e non trascura di sottolineare il grande sforzo individuale e istituzionale, impiegato nel tempo, per contrastare il potere mafioso e annientarne l’esistenza.

Basta osservare gli elaborati realizzati con una certa competenza digitale dagli alunni dell’ITIS “Cannizzaro” (indirizzo Grafica e Comunicazione), per documentare i più gravi crimini mafiosi, mediante la tecnica del moodboard: una sintesi tra pagine di giornali d’epoca, foto d’autore e immagini dei grandi protagonisti che hanno speso la propria vita dando una grande svolta giudiziaria alla lotta contro la criminalità organizzata (Rocco Chinnici, Pio La Torre, Boris Giuliano per citarne alcuni, oltre ai più noti Falcone e Borsellino). I “quadri” cartonati degli studenti del “Cannizzaro” costituiscono una denuncia dei crimini mafiosi molto efficace, dal punto di vista comunicativo che incuriosisce informando e induce a pensare.
Se ci spostiamo ad osservare, poi, i ritratti degli 11 bambini vittime innocenti della violenza mafiosa, realizzati dagli alunni della Scuola secondaria di 1° grado “Bonecchi”, con particolare cura del disegno e uso dei colori, ci si chiede chissà quanto lavoro didattico sta dietro ad ogni ritratto e crolla il falso mito di una mafia “onorata” che non toccherebbe i bambini.
Mentre sul fianco sinistro della sala delle colonne, le tavole illustrative realizzate dagli studenti della Scuola Secondaria di 1° Tommaso Grossi sfilano alte a mostrare in tutta la loro grandezza morale quei sacerdoti che hanno svolto il proprio ruolo evangelico fino in fondo, nella difesa dei diritti dei bambini e dei più deboli, operando nei quartieri periferici delle città del Sud.
Sacerdoti come, Padre Pino Puglisi, a Palermo e Don Giuseppe Diana, in Calabria, che hanno tolto di fatto dalla strada i bambini, facili prede del malaffare mafioso, urtatando il potere mafioso e perciò sono stati uccisi.
Tuttavia le tavole documentano, con cura e dovizia di particolari, anche i tanti sacerdoti che ancora oggi lavorano strenuamente nelle comunità periferiche abbandonate, come Don Massimo Mapelli e tanti altri. Spicca fra tutti Don Ciotti, che porta avanti da sempre una coraggiosa battaglia contro le ingiustizie sociali e, facendo rete con tutte le realtà possibili del territorio, si adopera quotidianamente per il Bene Comune.
Osservando i lavori in mostra, salta agli occhi il coinvolgimento attivo dei ragazzi nei percorsi di ricerca biografica, come nel caso dei pannelli realizzati da una classe terza della Scuola Secondaria di 1° Alessandro Manzoni, in particolare il primo sulla vita di Lea Garofalo. Qui gli studenti hanno ipotizzato un finale diverso alla drammatica storia di Lea e, utilizzando la tecnica dell’”one pager” e del fumetto, immaginano che un passante, nascosto nel momento dell’aggressione, informi la polizia e la faccia salvare: lo sconosciuto ha visto, ha sentito e ha parlato! Dalla consapevolezza alla responsabilità, il passo è breve. E qui i ragazzi hanno colto l’importanza del Fare Memoria, per acquisire consapevolezza, senza la quale non ci può essere impegno e senso di responsabilità.

Il pannello che segue viene legato al primo con un filo da cui pendono fogli che contengono citazioni e riflessioni sulla mafia, le cui lettere sono evidenziate con la tecnica del Cut-Up, in modo da rimanere impresse nella memoria: “l’indifferenza è più distruttiva del tritolo”, “la storia della mafia finisce in gabbia”, “la mafia ci abitua all’ingiustizia” e simili. Sul secondo pannello “L’importanza delle parole per la Legalità” si affollano numerosi fogli riciclati, su cui ogni alunno si è impegnato a evidenziare le parole per formare la propria frase. Un lavoro di gruppo che lascerà un segno nella loro memoria e che si conclude con una piccola istallazione sulla ricerca dei Valori, che provengono da un libro aperto, restando sospesi in attesa di essere praticati: Dignità, Onestà, Libertà, Coraggio, Solidarietà.

Ci sarebbe ancora da commentare tanti altri lavori prodotti dai ragazzi in questa mostra, ma limitandoci a quelli più rappresentativi, si è voluto sottolineare quanto lavoro si svolge nelle scuole e quanto impegno viene dedicato ad esse da una fitta maglia di persone che vi operano. La mostra dei lavori delle nostre studentesse e dei nostri studenti è come una ventata di ossigeno in questo periodo così buio che tutti viviamo e alimenta la speranza che un mondo migliore è possibile.
Lo scritto è della professoressa Salvina Cangiamila, esperta nella progettazione e coordinamento di progetti per la Legalità nelle scuole di Palermo.
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