Haruki Murakami | Kafka sulla Spiaggia

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.”

Kafka sulla Spiaggia è IL romanzo che ha consacrato Murakami come uno degli scrittori più discussi e amati dell’ultimo secolo a livello mondiale. 

Questo non è stato il primo romanzo che ho letto; il mio primo incontro con lo scrittore l’ho avuto con 1Q84, la sua opera più famosa. 

Leggendo Kafka sulla spiaggia si capisce il motivo per cui questo lavoro abbia portato Murakami ad avere una rilevanza mondiale. 

Lo si capisce perchè in esso è contenuta l’essenza dello scrittore: l’essere onirico, surreale, il suo stile di scrittura incalzante e le ambientazioni noir.  

Tamura Kafka e Nakata, i due protagonisti di questo romanzo, sono uno l’opposto dell’altro: Tamura un giovane di 15 anni con una consapevolezza di un adulto, scappato dal padre artista alla ricerca della sua strada e di sua madre. Nakata un vecchio rimasto “tonto” (come lui si definisce) a 10 anni e per il quale lo sviluppo cerebrale sembra essersi fermato, che ha il potere di parlare con gli animali ed è più candido della neve.

La contrapposizione di due figure opposte, sia in termini anagrafici, che mentali. Due destini distanti, che non si incontrano ma corrono insieme, e quello che li accomuna è un’omicidio, l’omicidio del padre di Tamura Kafka.

Entrambi  in fuga da Tokyo verso Takamatsu affrontano sfide diverse, conoscendo personaggi che li aiutano nel loro intento: trovare la pietra del destino. 

Nella trama la realtà e il mondo onirico si mescolano, spesso facendo perderci il senso dell’orientamento. 

Il significato del racconto è profondo e ognuno credo possa interpretarlo a suo modo.

Io ho trovato la ricerca continua, il mettersi in gioco senza fermarsi davanti alle difficoltà e infine come essere inconsapevoli e candidi il più delle volte sia una salvezza per evitare di crearsi costrutti mentali che fanno perdere la bussola. Se non avete mai letto Murakami vi consiglio di iniziare da qualcosa di più corto e semplice (A sud del confine ad Ovest del sole, Norvegian Wood), ma se già lo conoscete e vi piace, passate i primi capitoli e la storia vi prenderà tantissimo.