Michail Bulgakov – Il Maestro e Margherita
“Seguimi lettore! Chi ha detto che non c’è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore! No, si ingannava il maestro quando all’ospedale, verso mezzanotte diceva con amarezza a Ivanuska che essa l’aveva dimenticato. Questo non poteva accadere. Lei naturalmente non l’aveva dimenticato…“

Quando a scuola ti dicevano quest’estate tocca ai Russi, a malincuore ti approcciavi alla lettura e pensavi che sarebbe stata l’ennesima storia pesante; perchè si sa, i russi del primo novecento non sono proprio scorrevoli.
La storia però che Bulgakov racconta è un po’ diversa da quelle che ci narrano Dostoevskij, Gogol’ o Tolstoj.
Il romanzo, come si può immaginare dalla citazione iniziale, è un romanzo d’amore ma, consentitemi di dire, che l’amore si lascia un po’ attendere.
L’inizio del romanzo, come se fossimo spettatori davanti al palcoscenico, ci presenta due personaggi che disquisendo sull’esistenza di Dio si trovano a fare conoscenza con un individuo perbene, benestante, che conosce tutto. Direste mai che sia il Diavolo in persona? E sapete da chi è sempre accompagnato? Da una banda di personaggi alquanto bizzarri e rocamboleschi, come il gatto nero Behemot e la strega Hella, ma anche Azazzello e Fagotto.
Bulgakov ci porta dentro a una storia fatta di piani temporali sfalsati, che si dipanano tra il presente e l’epoca di Gesù. 

E, leggendo la storia, sembra di essere catapultati dentro uno spettacolo teatrale dove svariati personaggi vanno e vengono, entrano e escono di scena, si presentano e poi scompaiono, fino a presentarci, nel secondo libro, Margherita ovvero l’amante del maestro. Ma non voglio svelarvi come potrebbe finire.
Se volete leggere di una storia d’amore un pò irriverente fatta anche di magia nera, stregoneria e rievocazioni storiche, leggete Bulgakov e date ai russi, come ho fatto io, una seconda possibilità!