Giovanni Ferrari era nato a Cesano Maderno il 19 aprile 1921, ed è morto il 20 luglio 2024, all’età di 103 anni. Ricordo ancora la prima volta che lo incontrai, e mi rimase impressa la sua prima frase “Ho curato bambini fin da bambino”. Era il primogenito di otto figli, aveva accudito fratelli, sorelle, figli e figlie, nipoti e pronipoti fin dalla giovane età.

“Elementari, medie e poi la scuola professionale di elettromeccanica che frequentavo la sera a Milano. Poi sono stato assunto nella biglietteria delle ferrovie, un mese prima che scoppiasse la guerra”.  Il 21 dicembre 1940 riceve la cartolina per presentarsi al Distretto Militare di Monza il 6 gennaio 1941 “Non avrei voluto arrivasse così in fretta, questa notte non ho neppure dormito, sono ansioso, ma anche un po’ curioso perché vorrei capire cosa mi succederà” questo uno dei tanti ricordi di Giovanni trascritti dalla nipote Elettra per la sua tesina delle superiori.

Dopo le vicissitudini della guerra che lo portarono a essere insieme ad altri 2000 soldati prigioniero inglese e portato in Gran Bretagna a scaricare le navi, fino a quando “Nel maggio del ’45 veniamo finalmente a sapere che la guerra è finita. Noi però non siamo destinati a tornare in patria perché dobbiamo aspettare che il nostro Governo organizzi il rientro, che avverrà il 5 giugno del 1946. In quel periodo ho continuato a lavorare per gli inglesi per la ricostruzione post-bellica. Li ricordo ancora con grande piacere, mi sono trovato benissimo.” Quando è tornato in Italia inizia a lavorare nelle Ferrovie dello Stato, da dove andrà in pensione come capo stazione nell’aprile del 1983 “Proprio il giorno del mio compleanno mi arriva la lettera che dal domani dovevo stare a casa, un brutto colpo”.

Un brutto colpo che invece si è rivelato importante, permettendogli di stare fino al suo ultimo giorno insieme alla moglie Rina Bosotti, sposata nel 1956, da cui ha avuto tre figli: Carlo, Luisella e Fabrizia.

Nell’ultima immagine Giovanni Ferrari con la moglie Rina e la sorella suor Luigia del 1922.