La sera d’estate a Pogliano talvolta scintilla d’America. Di quell’America che esiste solo nei film d’autore, quelli dove si rappresenta la nostalgia e la passione per orizzonti più lontani del solito, per interminabili strade, per mete che stanno tanto dentro al cuore da scorgerle in ogni assembramento di motociclette con centauri attorno. Durante due sere azzurrine, scintillanti di luci, spolverate di rombi di motori, cromati luccichii di potenti due ruote, di giubbotti turchini di jeans o di nera pelle borchiata. Musica hard sul fondo del raduno di una razza barbara ed evoluta, incorrotta dagli imposti miti della decadenza, ritrovatasi al parco della piazza Tricolore di Pogliano su richiamo della leggendaria “Associazione Motociclistica Diabhall Group”, titolo meritato dopo 24 edizioni di una delle feste più rinomate della Lombardia e dintorni.

Oltre il recinto del campo di calcio, un camping a disposizione di chi dopo gli ettolitri di birra versati in pancia, responsabilmente non guida verso casa. E sul camion della band si celebra anche un matrimonio. Il velo bianco della sposa si mixa con gratuita armocromia con il completò nero da centaura e lui sembra un principe azzurro moderno con giubbotto jeans e rattoppi multicolori ed il cavallo cromato poco distante. Urla di benedizione al si di entrambi. Si resta incantati a vedere tanta felicità e si conclude che almeno qui ed oggi, Dio è stato generoso.

La cucina lo è altrettanto. E saporita: pizza, salamelle, pasta e tanta birra da tante spine diverse e sapori diversi. La Proloco gestisce le cucine con piglio da chef pluristellato. Per questa occasione nei locali ospita motocentauri appassionati di gastronomia ed impegnati in specialità culinarie. Insieme si muovono come un’orchestra appassionata fanno ascendere profumi densi tanto da soddisfare anche il dio più famelico.

Questi centauri di Lombardia si ritrovano periodicamente in questa e quell’altra località per l’equilibrio fra i tre piani delle loro vite mixate alla passione per la moto: il viaggio in sé, che è un’avventura vera anche se porta, per esempio, solo da Caravaggio a Pogliano o da Inveruno a Mirandola. C’è poi la grandiosità spirituale nel ritrovarsi come semieroi al richiamo convenuto con i propri pari. Infine, il sentimento dell’audacia e della scelta esistenziale che si prova nel cavalcare una potenza di moto e la conseguente autobiografia riempiente la mente tra un rettilineo infinito ed un interminabile zig zag di curve. 

Il motociclista sempre solitario, anche quando viaggia in folto gruppo o con un pard in sella, rivive la propria autobiografia e sente che è la stessa degli altri anche se apparentemente diversa. Irriverenti, ingenui, filosofi rudi, in un centinaio sono arrivati sotto il sole riflettente onde di calore dall’asfalto stradale, per la musica ed il cibo e la birra e la compagnia sull’erba di Pogliano.

Benaccolti dall’assessore Luca Colombo, dall’affabile Proloco, dall’organizzatore Silvano Giuliani del Diabhall Group, in esuberante serata uguale a quella di nomadi antenati dei tempi antichi, raccontano cose poco diverse l’uno dall’altro, riassumibili nell’esprimere la sensazione che si prova quando ci si allontana di slancio sulla pianura, vedendo dentro allo specchietto auto e persone rimpicciolire fino a sparire. Il mondo è grande ma non impossibile da percorrere con il vento sulla faccia, sul petto ed il cielo in pioggia o sole sovrastante. La corsa in moto è una folla avventura, talvolta mortale, ma nessuno può eliminare da sé la voglia di correre da una stella all’altra, da un paese all’altro fino allo sfinimento.

Strade d’Europa, come una galassia nota e sempre da esplorare. Una stella di questi percorsi è Pogliano, sua base il Diabhall Group. Al mattino un caffè al bar. Ragazze allegre e nel contempo uscite dai racconti di E. A. Poe, servono e danno il buongiorno e la buona fortuna. Bagagli arrotolati dietro la sella. Un breve saluto, freddo e pieno di speciali vibrazioni di arrivederci alla prossima volta. Si spera a Pogliano. Perché si può andare dappertutto, anche se spesso non c’è un posto dove andare. Ed allora non c’è altro da fare che vagare sotto i lampioni e le stelle, fin sotto il cielo notturno di Pogliano.