Il Sindaco Andrea Orlandi, con l’assessore all’Urbanistica e all’Agricoltura Edoardo Marini e la giunta al completo, ha incontrato il 18 settembre, in via Giusti, i residenti del quartiere Stellanda per illustrare i progetti che interessano l’area.

Ricordati i progetti sociali accolti nel centro civico di via Giusti, il Sindaco ha spiegato come con il Piano ATU 8 si sani “una ferita nella città”. “In passato qui sono nati prodotti che hanno fatto il giro del mondo. La prima Ferrari vanta cerchioni siglati CMR che sono stati disegnati e realizzati a Rho. Dalla fine degli anni ’90 CMR ha chiuso e nel 2004 è toccato a Rotoincisa. L’area è diventata dimora di soggetti noti alle forze dell’ordine. Col piano ex Babycresci, invece, si dà valore pubblico a un’area dismessa, si evitano gli accessi pericolosi a Viridea, si crea un corridoio ecologico importante”.

Nel dettaglio è entrato l’assessore Edoardo Marini: “Nel 2021 abbiamo approvato un Piano urbanistico generale che ha definito le regole su cosa e quanto costruire e dato, in questo caso, indicazioni su come recuperare gli spazi di ATU8. Quella di CMR e Rotoincisa, eredità dello sviluppo industriale, è un’area “sporca” e con pericoli di inquinamento nella prima falda acquifera. Ci sono state attente e ripetute indagini sull’area, a partire dal lontano 2007. Nel 2009 si era quasi arrivati all’approvazione di un progetto di recupero, poi le proprietà hanno rinunciato. Nel 2016-2018 un’altra indagine ambientale ha permesso di trovare la fonte di inquinamento della falda.  Infine, nel 2019-2021 il nuovo Pgt, in contradditorio con gli operatori, ha definito regole e forme per il recupero dell’area. Nel giugno 2024 abbiamo varato il Piano attuativo che precisa le indicazioni del Piano urbanistico generale del 2021. Lunedì 16  settembre 2024 sono stati pubblicati gli elaborati che sono a disposizione di tutti sul sito comunale da consultare per quindici giorni. Entro il 30 settembre si potranno chiedere modifiche. Dopo di che scattano i 90 giorni per le risposte”.

Marini ha fornito altre precisazioni: “Le prime costruzioni partiranno dopo la bonifica presumibilmente tra due anni. Gli immobili saranno concentrati a nord e a sud del lotto e saranno divisi da un giardino di uso pubblico. Sono previste due torri di 21 piani e corti più basse e lunghe per 11 piani. Sullo sviluppo verticale il dibattito rimarrà aperto finché non verrà concluso l’iter delle osservazioni. Via Tommaso D’Aquino sarà pedonalizzata garantendo la continuità fra il verde di nuova realizzazione e il giardino di villa Burba. Sei ettari è l’estensione dell’area in cui è prevista la costruzione complessivamente di 46mila metri quadrati. La superficie coperta è di 6.400 metri quadrati (ingombro al suolo degli edifici). Si edificano case, ma al posto di capannoni dismessi che ora occupano 26mila metri quadrati, molto di più. Sono previsti 550 alloggi, per 1200-1300 abitanti, in un arco temporale presumibilmente di 7-10 anni. Occorrerà vigilare sul traffico e definire al meglio accessi e parcheggi pubblici. Avremo 270 nuovi alberi oltre agli esistenti, 773 parcheggi interrati privati e 142 pubblici. Si completa un sistema verde rilevante con aree cedute al Comune: ciò che già esiste (Burba, parco Europa, etc) unitamente a ciò che verrà realizzato in questo progetto costituirà una delle aree verdi più estese della Città Metropolitana.

Molte le domande dei cittadini. L’assessore Marini ha spiegato come non sia stato possibile prevedere qui case di edilizia sociale: “Viste le ultime esperienze non felicissime, il Comune di Rho ha puntato sugli affitti agevolati. Il problema, infatti, è che la cosiddetta edilizia sociale o agevolata o convenzionata – la si chiami come si vuole –  è efficiente laddove i valori immobiliari sono molto alti. Nella nostra città, al contrario, riusciamo a limare il prezzo di poche centinaia di euro rispetto al mercato libero. Il tutto a fronte di consistenti sconti delle risorse dovute al Comune e, cioè, a fronte di una riduzione delle opere pubbliche che saranno realizzate. Inoltre, e purtroppo, a differenza di Milano, non abbiamo aree di nostra proprietà da mettere in gioco su cui costruire a prezzi agevolati. Ciò non significa affermare che non esista un problema casa. Tutt’altro. Significa invece ribadire che le possibilità di manovra dei Comuni siano oggettivamente molto limitate e che sarebbero necessarie ben altre risorse statali o regionali. Attenzione poi a pensare che ciò che si fa a Milano o a Roma o Bologna valga anche per Rho. Ogni situazione è diversa”.

Fonte Comune di Rho.