“La mia missione oggi è quella di andare in giro per le scuole a parlare con voi di amore, di gioia, di felicità e di vita” ha dichiarato Vito Fiorino nel suo discorso rivolto alle giovani e ai giovani alunni della Scuola Primaria Guglielmo Marconi in via San Giorgio, referente maestra Angela Angelillo, e della Scuola Primaria Anna Frank in via Alfonso Chiminello a Rho(MI), referente maestra Sara Sironi. Scuole primarie dell’Istituto Comprensivo Anna Frank la cui dirigente scolastica è Lidia Di Cuia. Presenti all’incontro due classi prime della Secondaria di Primo Grado Manzoni.

Un incontro voluto fortemente dalla dirigente e dalle insegnanti Sara Pagani e Natascia Ameruso, le quali, grazie a un progetto scolastico proposto dal Comune di Rho, hanno voluto partecipare al progetto e portare una persona, una testimonianza, a raccontare la sua esperienza, per portare i giovani alunni a essere in empatia, cioè provare le stesse sensazioni che sta provando l’altro, “in questo momento l’empatia è il qui e ora, si supera la paura e subentra il coraggio. Il coraggio che ci porta all’azione”.





“Sono onorato di stare qui tra di voi” ha esclamato il Giusto Vito Fiorino appena arrivato nell’aula accolto dai tanti alunni, prima di raccontare il suo salvataggio ha brevemente raccontato la sua vita, nato a Bari nel 1949, figlio di un falegname che lo ha visto per la prima volta alla Stazione Centrale di Milano all’età di 11 mesi, quando la madre decise di prendere il treno e raggiungere il marito insieme all’altro figlio.

Un discorso che ha destato interesse in tutti i giovani ascoltatori, conoscere Vito e la sua storia è stato molto piacevole, il percorso che lo ha portato a diventare anche lui falegname come il padre, e la sua altra passione, la pesca.
La pesca e il peschereccio, che proprio nella notte del 3 ottobre 2013 lo hanno portato a essere testimone e soccorritore di una sciagura in mare avvenuta a Lampedusa. 368 persone morte. 153 persone salvate. Vito Fiorino col suo peschereccio e gli altri 7 dell’equipaggio ha salvato 47 vite.

“Tutto cominciò quella notte alle 3.30, io e l’equipaggio stranamente per una coincidenza eravamo rimasti al largo per dormire e poi al mattino rientrare, dopo una pescata, e andare a lavorare. A un certo momento, alle 6.25 circa Alessandro dice di sentire delle urla, delle voci, degli altri dell’equipaggio, me compreso non sentivamo nulla, ma comunque dissi ad Alessandro di dirigersi dalla parte che sentiva queste urla”.
“Il vento di Scirocco quella mattina portava le urla, e insieme alle urla spingeva i naufraghi verso di noi. Ne abbiamo salvati 47, nudi e scivolosi a causa del gasolio di cui erano ricoperti, fuoriuscito dalla loro imbarcazione, tirati su con difficoltà. La parte più dolorosa per me è stata di non aver potuto salvare nessun altro”.
Vito Fiorino per questo suo salvataggio è stato nominato e riconosciuto nel 2018 “Giusto”, un titolo che porta con orgoglio e gli permette di andare ovunque a parlare di “rispetto, determinazione, accoglienza, destino e amore per la vita”, queste e tante altre parole sono state pronunciate da Vito davanti ai giovani ascoltatori.
Al termine della sua mattinata Vito ha fatto visionare un filmato riguardante il Memoriale, in cui sono stati nominati tutti i morti conosciuti del naufragio di quella notte, pochi nomi rispetto ai 368 che persero la vita in quella sciagura. Tutti i presenti per rispetto si sono alzati in piedi.

Fra le tante domande poste dai giovani spettatori una gli chiedeva “Perché non ti senti un eroe?”, la risposta è stata semplice: “Gli eroi sono solo nei fumetti, e hanno il mantello, noi dobbiamo tenere i piedi per terra”.

Al termine dell’incontro c’è stato il firma-copie da parte di Vito Fiorino del suo libro “Vito e gli altri” Raccontato da Nicoletta Sala, che avevano tutti.
Vito Fiorino è stato omaggiato di un Olmo Bonsai, “quando lo guarderà si ricorderà di noi”.

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