E’ inutile negarlo, la mafia esiste, la mafia c’è, ed è stata occasione di parlarne nella serata di sabato 19 ottobre 2024 presso la sede dell’Arci Adua in via Terrazzano a Rho(MI), un evento promosso dall’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli con il patrocinio del Comune di Rho, la presentazione del libro “Dialoghi con Lito. ‘Ndrangheta a Calabria-Lombardia”. Presenti alla serata l’autore Flavio Barattieri, che ha dialogato con  Silvia Gissi, presidente dell’associazione, e il giornalista del Corriere della Sera Giampiero Rossi, alla presenza di oltre sessanta spettatori. Ospite a sorpresa Daniele Ventura, del quartiere Brancaccio, che si ribellò alla mafia, e disse: “Ho denunciato la mafia, ho perso tutto e sono solo”.

La serata è cominciata con una breve introduzione da parte della presidente dell’Arci Adua, Paola Cassani: “E’ importante per noi organizzare serate come questa, per creare una cultura che possa davvero far nascere quegli anticorpi per combattere la mafia ed essere resistenti a queste presenze che sono presenti anche sul nostro territorio rhodense, capendone quali sono i segnali. E’ la prima che organizziamo qui all’Arci Adua, e sono convinta che non sarà l’ultima, perché di questo tema bisogna parlarne, e questo sia un luogo simbolo al contrasto mafioso”. Rho non è indenne a questo problema.

“Come ha detto Paola Cassani, questo ci auguriamo sia un primo incontro di un percorso che vogliamo costruire” ha esordito Clelia La Palomenta, consigliera e presidente della Commissione antimafia e legalità. “Ormai sono trascorsi già tre anni dall’insediamento della Commissione da me presieduta, e da subito ci siamo messi a lavorare insieme all’amministrazione per costruire gli anticorpi necessari per poter contrastare la presenza delle mafie sul nostro territorio”.

“Si parla ormai di radicamento delle mafie nel nostro territorio e soprattutto si conferma che non lavorano più a compartimenti stagni, ma collaborano fra loro, ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra. Si adattano al territorio sul quale operano, in base all’offerta che si prospetta per i loro lauti guadagni”, e come ben sappiamo la Lombardia è terra di appalti, costruzioni, droga e vasto terzo settore.

La presidente Clelia La Palomenta ha altresì raccontato la sua presenza il 15 ottobre a Milano all’insediamento della Prima commissione speciale antimafia di Città Metropolitana, occasione in cui era presente la dottoressa Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, la quale ha detto: “Forse 15 anni fa si diceva ancora che la mafia non esistesse in Lombardia, oggi chiunque sano di mente non può affermare la stessa cosa. Sicuramente ha cambiato volto, e oggi accanto al traffico di droga, che sicuramente ha grandi dimensioni, la mafia si occupa anche di fatture fittizie, di fittizi crediti d’imposta e commette reati che sono proprio caratteristici della criminalità economica, quella che purtroppo aggancia gli imprenditori e le pubbliche amministrazioni. L’impresa mafiosa si è adeguata alla nuova realtà economico finanziaria del nostro paese e arriva sempre più velocemente dove c’è odore di denaro”.

Dopo l’intervento della presidente della Commissione antimafia e legalità è stato il momento del “dialogo” tra i tre relatori, iniziando dalla moderatrice Silvia Gissi: “Il racconto della ‘ndrangheta al nord contenuto in questo libro è con un taglio diverso, con degli occhi diversi, il dialogo di un educatore con un ragazzo e discute di queste tematiche, e probabilmente ci può anche insegnare come poter parlare ai nostri giovani”.

Tante le domande poste dalla moderatrice ai due ospiti, partendo da discorsi generali posti al giornalista Giampiero Rossi, il quale ha messo in evidenza il proprio lavoro come giornalista su questa tematica da oltre 30 anni: “In Lombardia non abbiamo più nessuna remora, ne vergogna, ne difficoltà  a dire che è una terra di mafie”. Oggi bisogna continuare a diffondere la conoscenza su chi è il nostro avversario, per questo ha sottolineato che “il nostro Paese dovrebbe avere come priorità la sconfitta delle mafie”.

“Siamo qui perché non ci arrendiamo- ha esclamato l’autore Flavio Barattieri– La ‘ndrangheta è pervasiva, ed educativamente si vivono sconfitte quotidiane. C’è il mafioso che arriva con la macchina grossa e dice tu che hai studiato a fare che io senza far niente posso avere disponibilità economiche maggiori delle tue”.

Dal dialogo della serata è anche emerso che il mafioso è una persona che prevarica e non ha rispetto degli altri, però è anche un individuo che ha paura, e deve guardarsi da tutti e da tutto, ricordando che la mafia fa la mafia 24 ore al giorno, per questo noi dobbiamo fare la legalità 24 ore al giorno, e non lasciare nessuno da solo.

Ospite della serata Daniele Ventura, il quale ha detto: “Se noi facciamo capire cosa è questa montagna di merda chiamata mafia ai giovani di oggi, sicuramente domani saranno cittadini e amministratori migliori”. Nel 2011 dopo la denuncia Daniele Ventura pensava di avere lo Stato più vicino, invece “dopo la denuncia ti trovi solo. Io ho chiuso la mia attività, e dopo la chiusura la sconfitta non è stata mia, ma dello Stato.

Io ho perso l’attività, ma non ho perso la mia dignità” ha concluso Daniele Ventura, esempio per molti.