“Ripropongo un pensiero formulato a riguardo al tempo della sua “invenzione”. Come dovetti poi sottolineare allora, visti i commenti che dimostravano di non aver compreso il mio punto di vista, la mia non è un’apologia né dell’autore, né del valore dell’opera. Solo un tentativo di spiegare le ragioni del successo di Cattelan“.
“Il fatto che oggi sia stata venduta a suon di milioni, conferma quanto scrissi e quanto penso. Oggi il mondo dell’arte è un mondo che vive poggiandosi su fuochi fatui” ha sostenuto nel suo pensiero riflessione la Critica d’arte Cristina Palmieri. Dopo l’immagine che la ritrae durante la mostra di Franco Rognoni “La città sognata” portata dalla curatrice Cristina Palmieri in villa Burba a Rho(MI), leggerete il suo primo pensiero risalente a qualche anno fà.

“Non ho ancora espresso un parere sulla Banana di Cattelan. Non mi preme discutere sulla sua artisticità o meno. Dico solo che se tutto il mondo parla di un presunto “nulla”, colui che ha saputo imporre questo niente è un genio. Come tale, volenti o nolenti noi, rimarrà nella storia. E sapete perché? Perché ha capito la nostra società, il suo nutrirsi e abbeverarsi di vuoto e nichilismo, l’incapacità della gente di produrre idee, sapendo solo adagiarsi supina su quelle altrui. Tutti sono qui a criticarlo, ma il mondo intero sta “usando” la sua idea per poter avere i propri 5 minuti di notorietà. Ci sono già pubblicità che fanno il verso a quest’opera. Nell’era della comunicazione (ricordate che disse Warhol?) vince chi sa conquistarsi le luci della ribalta. Che lo si voglia o no, i cretini siamo noi che ne parliamo, perché non abbiamo la forza che ha Cattelan (economica, mediatica, sociale e politica, nel senso lato del termine) di produrre idee altrettanto forti.” Cristina Palmieri
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